1. |
CUORE DI CANE
03:13
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Cuore Di Cane
se vivo è dentro la mente/spoglia
che muore nel mio pensiero
ma spezza catène e scioglie il fiato
in un timido istante/osceno
le facce accartocciate nel vetro/
voci nella mia testa
enormi come crateri dìvampan soffi
che il buio arresta
un sogno che ripercorro
appeso a stanze del mio respiro
che spoglia ma non mi sveglia
divento serpe un cane di un ferito
chi striscia dentro una bara aperta
o tra le spine in un recinto
di anime soffocate/e/sole
accatastate in un relitto
vivo di niente/ nascosto dentro la mente
ricorda sempre/ qualcosa si perde qualcosa si perde
impronte della mia mano dèstra
e un complice inaudito
tra due dita infreddolite una sigaretta
che nasconde il viso
le facce accartocciate nel vetro
voci nella mia testa
enormi come crateri divampan soffi
che il buio arresta
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2. |
AUTOCONTROLLO
03:20
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Autocontrollo
tornano in me
riscontri di un vero crudele
colato a picco
un pennello dipinge le tele
disperazioni
che divengono nero profondo
ogni mio sogno finisce che non lo ricordo
nella mia mano
una gabbia di odio e parole
sono un estraneo
perché niente che amo non muore
il buio scende
e la luce ormai non rincuora
poiché risalta
ogni cosa che in me non funziona
rit.
cavia - negli album di famiglia
cado come una lacrima
la cosa peggiore è che una voce insistente
che spacca le ossa dice resta comunque
si volta e sparisce si volta e poi niente
la tavola è imbandita e mostro autocontrollo
quello che ho in mano un dolore che non affronto
io non lo ricordo e se lo ricordo
un passo verso il vuoto dice che sono morto
scoppiano in me
ricordi di un giorno felice
sono un regista
e la morte oggi è la mia attrice
è un’ esperienza
in cui vedo calare sipari
nell’incoscienza
costante tremore alle mani
dentro una vasca
annega nell’oggi il domani
sopra il mio polso
una linea ne traccia il percorso
non è un rimorso
e la luce ormai non rincuora
poiché la vita
è una cosa che in me non funziona
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3. |
BRUCIA DI VITA
02:38
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4. |
LUCAS
03:40
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5. |
ALTA TENSIONE #2
02:34
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Alta Tensione #2
disobbedisco alle ossa schiacciate
da un rito severo sporcate
con tono rifatto macchiate
dolore – non mostrano cenni di resa
non sono che segni d’attesa
un gioco una lenta ripresa
lite – una tazza di caffè rovesciata
un regine una stirpe dannata
libertà in una mano strappata
lite – caramelle per alito pesante
mozziconi di sigarette spente
sul palmo di una mano aperta
peste – un telaio preso a calci
un vassoio di denti marci
uno sparo che rende sordi
peste – polaroid di una morte
un corridoio una piscina vuota
il palmo di una mano aperta
rit.
non è folle utopia
ma una dura lezione
una rivoluzione
senza alta tensione
giorno - fiori su lapidi e non comando
brindo a un disegno che non ho fatto
perché convinto di essere in torto
se non sei loro allora sei morto
e vedi la vita con quel distacco
come una scelta un impresa un patto
l'aria si gela non c’è consenso
per flagellati c'è solo l'assenzio
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6. |
ASSETTO DA RESA
02:19
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Assetto da Resa
credo nell’eternità dell’odio
che lacera intoccabili dannati
contro un muro di pietra
temo la stupidità di vincere
nascosta in gesti soliti
la vita di ogni giorno
figli schiavi arresi e presto orfani
di una madre sola e di un padre
che è un arma ormai scarica
finiscono arrestati nelle carceri
e un fazzoletto stretto al collo
contro i lacrimogeni
rit.
non resta niente l’assetto che m’avvolge è differente
dall’ombra che illumina lo specchio
e la mia mente risplende
come una resa schiva e deprimente
come una notte scura e indifferente
aspetterò l’arresto del sistema
che c’obbliga in divisa
e logica antinfortunistica
pronti alla partenza siamo in cerchio
come bandiere al vento
che in marcia non s’arrendono
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7. |
INTERVALLO
02:33
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8. |
COLPO DI STATO
02:48
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9. |
INTOLLERANZA
03:08
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10. |
CON UN FILO DI VOCE
03:45
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Con un Filo di Voce
perde peso il giorno
e finisce ora
chiudo piano gli occhi
senza respirare
lasci notti al contrario
parole sussurrate
il vuoto mai nascosto
di un momento migliore
che ti lasci alle spalle
con un filo di voce
parole disperate
che se ne sono andate
su un letto di fiori
(bambole decapitate)
su un letto di vene
maschere insanguinate
che ti lasci alle spalle
con un filo di voce
rit.
la nostra foto sul muro
io non la riconosco
è un ricordo sbiadito
di un momento migliore
(è il profilo sbiadito
di un discorso migliore)
è un tempo ormai finito
che va via veloce
e un altro cominciato
lucido e feroce
grondano giorni d’odio
e non ha peso l’ora
nel presente confuso
dove ormai riposa
un istante rincuora
con sorrisi al contrario
il pensiero unitario
dice perdi ogni cosa
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11. |
BUNKER
(free)
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