1. |
Intro
02:13
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Eccovi qui
A raccogliere tempeste in piccoli flute
Lampi astrali che vi abbronzino
A rassodare i glutei su letti a castello
Bentornati alle vostre vite
Morti viventi delle fiction!
A sfogliare il vostro cuore come volantini ikea
Per trovarci qualcosa di buono
Pagina dopo pagina
E arrivati all’ultima sussurrate i vostri slogan
con freddezza da cronaca nera
Sapete cosa c’è da fare
Vi aspetto qui
Dove finiscono i venerdì sera
E le parole prendono fuoco
“L uomo che se ne va sicuro
Agli altri ed a se stesso amico
E l ombra sua non cura”
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2. |
Rondine
03:09
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Nel gioco di aride rotte
O nei nostri voli randagi
Sulle scogliere e i dirupi
E mille ragnatele di nubi
Nella tempesta che avvolge
rompendo in cerchi gli stormi
Guardo planando le forme
della mia vita che si sgretola.
Affondo nel grembo del mondo
Avvolta da un timido cielo
Che muove le stelle al tramonto
E cancella l’eterno e il pensiero
che ogni viaggio finito è un affronto
o un vortice di desiderio
scagliata in fondo al tormento
ma scherzi? qui si vive davvero!
Cadendo nel buio che abbaglia
In tutta la tua meraviglia
da sola nella tua stanza
Insieme alla notte che t’assomiglia
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3. |
Disaccordo
03:11
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Vipera, che brutto affare
In mezzo al petto ho un temporale
Che vomita, non porta a niente
Un passo di danza differente
Simula, un emozione che stratifica
Rompe e calcifica,
è una raffica
Una sensazione fantastica
Veleno nelle vene che circola
Vipera, come cinghiale , adesso si che si mette male
Scivola, dentro la gola aperta
Come il buio che spalanca e ti sbriciola
Veleno di vipera sei
E sul tuo viso affondo
Perché Disegni ancora
Emozioni in Disaccordo
Squarci, da ricucire
Come polmoni da sostituire
E invecchiare, serpi sotto al sole
Aspettando il giorno dopo che muore
Squarci, che non vuoi capire
Che Ti limiti a disinfettare o ricucire
Per restare vivi, attraverso la pelle che sottrai o dividi
E moltiplichi, cercando il tuo posto nel mondo
Il tuo spazio profondo, è il suono,
Che lascia senza respiro, è il suono,
Dove nuoto ed affondo.
Veleno di vipera sei
E sul tuo viso affondo
Perché Disegni ancora
Emozioni in Disaccordo
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4. |
Attimi
02:54
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Cosa c’è in cui credo Le gabbie non mi dicono
E ciò che ormai non vedo sembra dire “è facile
Uscire dal tuo lato se diventa un indicibile
Passato che ritorna sempre”
Cosa c’è in cui credo tu così purissima
Nel dirmi io chi ero ubriaco di vertigine
L’altezza non ha margine la terra moltitudine
Di carne vita lacrime e tentazioni
Come attimi che passano
E possono durare anche dei secoli e finiscono
In un nodo stretto al collo di puntini che si uniscono
Ma possono sembrare solo dei lividi che restano
Per la tua indifferenza
Cosa c’è in cui credo che danza sull’immagine
Che lascia l’invivibile disperazione del credo
Che tutto sia possibile e possibilmente evado
Da quello che oggi resta del mio vissuto
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5. |
Diamante
02:19
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Arma la parola essenziale nel tuo giro di foschia,
mentre rabbocchi le lenzuola fino al ciglio della strada,
alla fine del tramonto,
o alla fine dello sterno/sacra,
carne che corrode i nervi all'osso,
scompaiono i ricordi e il suono/disegni sull'asfalto con il gesso, saltelli su di un piede che non fa impronta.
Sposto crotali e capelli dalla fronte di Diamante per vedere nell'abisso il suo cuore.
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6. |
Ossi di seppia
03:01
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Ammucchiati come seppie
Uno sopra l’altro come lische di pesce
Dentro un banco frigo come pore bestie
Col prezzo scritto al collo una montagna di teste
Come un morso di palamita non di verdesca
Io che un giorno ero uomo ora sono un’esca
Per farti fare soldi sporchi luridi e in fretta
Ammainato in una stola
Bandiera di un paese che tu impari a scuola
Con un assetto politico della malora
In cui pesce mangia cane e non vede l’ora
Un patrimonio pe na tratta
Poi se arrivi vivo parte n’avventura
Esca o bersaglio è la tua natura
E te s’affiara la comunità europea i politici i preti e…le sore de clausura
Qui in italia se sta bene ma noi stamo in lutto
Se la storia se ripete e questo sembra un furto
Che sto pezzo de mediterraneo è tipo asciutto
Quindi getta le tue reti perché questo è tutto.
Una distesa de sale
Acqua che non bagna e piena de meduse
In ducento su n’barcone e non senti scuse
Hai pagato pe’ na vita e tutte cose incluse
Tipo la dignità
Ma te ritrovi dentro al gioco schiavo padrone
In cui reciti na parte ma non sei n’attore
Sei concime pella terra non chi guida il trattore
Qui in italia se sta bene ma noi stamo in lutto
Se la storia se ripete e questo sembra un furto
Che sto pezzo de mediterraneo è tipo asciutto
Quindi getta le tue reti perché questo è tutto.
Come pesci sull’asfalto che camminano
Corpi morti sopra l’acqua che galleggiano
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7. |
Alpaka
03:30
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È un attimo e tutto prende fuoco, la pelle della faccia si gonfia sotto si vedono le ossa, somigliano a pezzi di vetro i tuoi occhi socchiusi, occhi spenti occhi destino alpaca.
Le fiamme si alzano e le mie braccia sono piccolissime, non ti avvolgono ma ti salvano, scivoli via nella notte nebulosa che non si arrende, non sei distante, non ti difende.
Cadono le pareti della testa in un turbine di margherite scintillano nervi pareggiano tendini, nella terra che non ricorda rifletti per un istante su quello che ti resta su quello che è importante.
Gli stessi riflessi
Di noi stessi riflessi
Per pochi secondi
Di fronte noi stessi
E poi le mani diventano fredde, s’incontrano per caso, s’incollano una all’altra come un rosario sgranato, un tempo fermato e scordato, la mente un serpente indecente, la mente un divario destato.
Le lingue degli uomini appesi silenzi cadaveri offesi, presi a sassate come serrande abbassate come trincee affossate, di donne sprezzante speranza, tagliate scordate ammazzate.
Spunta il sole di nuovo, sulle bambole nere, i manichini dipinti, occhiaie spesse cerniere, mi tengo stretto al tuo corpo, mentre bruciamo da vivi, mi parli vicino c’è fuoco, mentre moriamo sorridi.
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8. |
Bianchezza di P.Bertoli
03:56
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Con il tuo sguardo da allevatore e la tua bocca di frasi usate
I tuoi amici di un altro mondo e le tue colpe dimenticate
Con i tuoi giochi di colombe bianche e i tuoi vestiti di incenso e d'oro
Con il tuo trono su tanti morti e la ricchezza senza lavoro
Un palco, luci, gente che ti ammira
Uomini in ginocchio, una lunga fila
I tuoi scagnozzi anche nelle scuole a costruire un gregge vendendo le parole
Una speranza in fondo ti sostiene, di costruire un mondo dove il pastore è un bene
Dove comandi tu su tanta gente
Dove ci sia la fede come nel medio oriente
Col tuo passato di inquisizione e il tuo presente da denunciare
Col tuo futuro di medioevo e i tuoi pensieri nel capitale
Col tuo sorriso di porcellana e i tuoi ritorni che chiami nuovi
Le tue indulgenze vendute all'asta e le crociate che non ritrovi
Tu che sconfiggi spiriti cattivi, che oscuri il sole e i più famosi divi
I tuoi seguaci devono pregare perché voi siete pochi ma nati per pensare
Pensare a tutto il peso della vita e quando il giorno al farà finita
Tu siederai nel cielo tra le stelle
E a chi ha creduto tanto darai le caramelle
Con i tuoi sogni senza materia e i tuoi fratelli sotto alle scarpe
Con i tuoi figli bruciati al rogo ed i tuoi giorni vissuti a parte
Con i tuoi versi di sette jene e i tuoi principi di colabrodo
E i tuoi diritti senza ragione e la facciata tenuta a modo
Il sacramento, poi la Sacra Rota
La verginità, l'astinenza devota
Le donazioni fatte dai penitenti e i più pietosi veli calati sui conventi
La tua censura, la religione di Stato
Dal codice Rocco verso il ConcordatoLa frigidità, le torture più vere
E le benedizioni sulle camicie nere.
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9. |
Tempesta
02:52
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Ti ho Incorniciato tra i miei desideri dietro serrande che rubano al giorno
I sogni distratti fatti per poco o quelli paurosi che durano mesi
Ma viene la sera e restiamo vicini tra luci di lampi che scaldano appena
Ma viene la sera che rompe il silenzio è la notte che inghiotte ed aliena
Sei l’uragano che scuote le fronde
Degli alberi morti sotto la coltre
Sei la distanza che allontana la morte
O il vento forte che sbatte le porte
La mano aperta che tiene la fronte
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10. |
Il mio nome
03:36
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Sperando che stanotte
Di lacrime e di attese
Non sia già finita
Mi aspetto che la pioggia
Ritorni all'improvviso
Portandomi con lei
E in attesa di un luce
Io Disegno il mio spiraglio
Tra il vuoto e le parole
È un percorso lineare
Che inciampa sulla pelle
Non ancora nuda
Se corri nella pioggia
Ricordati il mio nome
E lasciami cadere
Se cadi come Pioggia
Scordati il mio nome
Ma non mi abbandonare
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11. |
Ortiche
02:36
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Sono solo in questa stanza
E sbatto la mia testa per quel poco che resta
Di un paese alla deriva dove/ ogni sera è una festa
Mascherati da maiali topi o chi ci calpesta
Se poi chi ci governa
Porta una cravatta verde e non di certo un piccone
Canta negli aperitivi in spiaggia come un piccione
Inonda spazi elettorali della sua religione
Vuole il voto la tua anima la tua televisione
In ogni sua apparizione
C’è una cospirazione….
Sono solo per la strada
E cadono palazzi come marionette
Di un teatro abbandonato dove siamo alle strette
Con un ginocchio che ci soffoca ed ai polsi manette
Non si può più respirare
Questa aria di regime è una sconfitta globale
Somiglia ad una disfatta o distruzione totale
Ci preme sull’asfalto come tante formiche
Che cercando il loro spazio hanno trovato le ortiche
Hanno trovato le ortiche…
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12. |
Subbuteo
03:18
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Sei felice adesso?
Che non cammino insieme a te
sul filo di una lama
Cos’hai risolto adesso?
Che i miei pensieri sono là
La prego un altro Vodka Tonic!
dunque tu non vedrai più
chi t’ha amato
adesso che non ci sei più
Che cosa faccio adesso?
Quello che resta qui di te
Il ghiaccio brucia più del fuoco
negli occhi non c’è luce
ne brace sotto i piedi
ma un cuore scoperchiato
dunque tu non vedrai più
chi t’ha amato
adesso che non ci sei più
(voi mie parole tradite invano da un nostro segreto)
eccoti bello come il sole appeso ad una corda che stringe mentre dondoli
che non sembri vero che non sembri neanche tu e non somigli a te ne a me
ma questo non è un gioco non è Subbuteo non è palla avvelenata non è nascondino
ma neanche la tua casa il tuo ripostiglio una riga bianca un cucchiaino
e sei rimasto solo come un tulipano in mezzo ad un mazzo di fiori di carta
di quelli in offerta che non vuole nessuno perche non hanno odore non hanno colore
ma stanno in piedi a malapena e si trascinano sull’asfalto bollente dei trent’anni
con i sogni infranti e la testa che dondola di bar in bar…
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13. |
Il giorno solo
03:15
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Quindi mi chiedi se sono a casa se è tutto apposto ed io ti rispondo che si sono a casa è tutto apposto ma mi sto scolorendo anzi sto perdendo e perdendo cose tipo la pelle la voglia di ridere senza pensare che al fianco masticato dei dirupi si può cadere tutto sommato o restare in piedi in bilico al crepaccio fra le aquile che superano un gap minimo esistenziale quello in cui mi chiedi se sono vivo e io ti rispondo ma tu neanche lo leggi e niente va così ma è tutto normale io mi arrendo sospeso nel tempo in cui tu decidi per me in cui tu hai già deciso che faremo domani di cosa parleremo domani sempre se decidi che io domani sarò vivo oltre una chat in cui vuoi sapere davvero se sono vivo no perché restano geometrie nel salire in alto restano rombi ellissi senza colore perché oggi siamo farfalle su sentieri di lupi e più ci avviciniamo più cade colore come ossa su asfalto e restano rombi ellissi e battito d’ali si ferma interrotto per rombi ellissi e frattali per asfalto come ossa come fossa ma ti prego chiedimi ancora se è tutto apposto se sono vivo se bevo per ricordare se vivo ancora per non scordare che restano strettoie sui sentieri dei lupi dove interrompi interrotto roteare di farfalle sulle vie dei lupi forse ci incontreremo parlando lingue diverse o una sola un solo occhio ci unisce una parola ci divide niente ci unisce se non il ricordo di un noi più grande fra lupi e farfalle senza colore…
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